Il 16 ottobre scorso i ragazzi di Rogliano seguiti da Fare Sistema sono stati coinvolti da Rublanum, un’associazione che ha aderito alla rete FSOA, nel restauro di un grande murale. “Questi pennelli che si muovevano sul muro sono diventati uno strumento di inclusione”, racconta Giacomo Marinaro. Un modo leggero, creativo e colorato di incrociare vite ed esperienze
Una giornata di metà ottobre a Rogliano, in Calabria, e un grande murale da restaurare. Con questi due ingredienti Fare Sistema Oltre l’Accoglienza e l’associazione Rublanum hanno sperimentato un modo alternativo di mettere gli uni accanto agli altri i giovani stranieri ospitati nella struttura di accoglienza Casa di Ismaele, i ragazzi del collettivo nato quasi dieci anni fa nella valle del Savuto e l’artista Massimo Sirelli, autore del murale di Rogliano.
“All’inizio sono arrivati solo quattro ragazzi della struttura di accoglienza” racconta Giacomo Marinaro, uno dei fondatori di Rublanum, “poi se ne sono avvicinati altri, intimiditi ma anche incuriositi”. A ciascuno sono stati dati un pennello e la libertà di dipingere seguendo solo delle indicazioni generiche dettate da Massimo Sirelli, che aveva realizzato l’opera nel 2015. La timidezza si è tramutata in sorrisi e la curiosità è stata soppiantata dalla partecipazione. “Questi pennelli che si muovevano sul muro sono diventati uno strumento di inclusione”, commenta soddisfatto Giacomo, “le tinte, i colori, hanno fatto sì che si scavalcassero le difficoltà comunicative. Lo stare tutti assieme su una strada, davanti a quel muro così grande, a generare arte, ha generato anche un’altra cosa, la più importante: la contaminazione tra culture”.
Rublanum del resto è nata anche per questo. L’associazione è stata fondata nel 2012 da tre giovani calabresi: Matteo e Andrea Falbo, e Giacomo Marinaro, con l’idea di contribuire alla valorizzazione e allo sviluppo del territorio attraverso le arti innovative, la street art in primo luogo. Le idee e i murales di Rublanum hanno contaminato anche posti come Taranto e Latina. La bellezza dell’arte che può coinvolgere ogni luogo, toccando temi difficili: nella cittadina laziale, per esempio, “abbiamo narrato il fenomeno della violenza di genere attraverso la street art”.
Il 16 ottobre scorso quella di Rogliano è stata una prima volta per Rublanum: “Non avevamo mai organizzato un’attività del genere coinvolgendo ragazzi migranti. Naturalmente è stato un momento, una giornata, una piccola goccia. Non può esserci continuità con progetti come questi. Ma va bene così. Il murale è un’espressione artistica e i ragazzi di Fare Sistema hanno avuto l’occasione di liberare la loro creatività. Un domani, chissà, saranno altrove, ma si porteranno dentro questa piccola esperienza che può far emergere una passione”.