L’accoglienza può contribuire a tramandare antichi mestieri e sapori genuini, contribuendo alla valorizzazione del territorio e dei prodotti locali e offrendo opportunità di arricchimento alla collettività.
La storia di Abdoulaye Sylla
Originario della Costa d’Avorio, Abdoulaye lascia il suo paese ancora minorenne. Ad accoglierlo è stato il comune di Vittoria, un piccolo paese nella provincia di Ragusa, nel cuore della Sicilia Orientale, territorio che ha conosciuto l’emigrazione e il valore dell’ospitalità. Qui il giovane Abdoulaye ha trovato un luogo da chiamare casa e una comunità cui sente di appartenere. Oggi, a distanza di due anni, ha superato la maggiore età, ha imparato l’italiano, ha studiato, ha ottenuto la licenza di scuola media e trovato il lavoro che da sempre desiderava. Abdoulaye è, infatti, tra i giovani inseriti nel progetto Fare Sistema oltre l’Accoglienza che vede AMU onlus, AFN onlus e coop. Fo.Co. promuovere percorsi di formazione e inserimento lavorativo in un’ottica d’incontro e collaborazione tra i diversi soggetti del territorio.
Sin da piccolo, Abdoulaye voleva fare il panettiere e quando il titolare del panificio Tinghino ha accettato di ospitarlo e formarlo nel suo laboratorio, non ha esitato un attimo. Durante tutto il periodo di tirocinio si è dimostrato sempre volonteroso e professionale, prestando il suo aiuto anche quando non gli era espressamente richiesto. “Un ragazzo eccezionale” – così lo descrivono i suoi colleghi all’interno del panificio. Passione, competenza e impegno gli hanno permesso di conquistare la fiducia e la stima del suo datore di lavoro che ha deciso di assumerlo.
Finalmente Abdoulaye può guardare al futuro con speranza e sognare una vita normale.
Lui stesso esprime la sua gioia: “Non posso smettere di ringraziare l’Italia per l’accoglienza, e con il cuore dire ai miei fratelli migranti che sono come me, di cercare un lavoro e rispettare le regole del paese che è l’Italia”.
E’ un’esperienza, quella di Abdoulaye, che dimostra come la valorizzazione dei prodotti del territorio, del cibo locale, possa essere la chiave per aprire la porta della conoscenza reciproca e della collaborazione tra cittadini e rifugiati promuovendo una cultura dell’accoglienza con effetti positivi per tutto il territorio.
(A cura di Flavia Cultrera)