La partecipazione al XXV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) è stata l’occasione concreta per presentare il lavoro di ricerca empirica avviato nell’ambito della valutazione dell’impatto del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza (FSOA), promosso nel 2016 da AFN – Azione Famiglie Nuove, AMU – Azione per un Mondo Unito e la Cooperativa Fo.co.
La ricerca valutativa è stata costruita con l’obiettivo di riflettere sui cambiamenti che si sono verificati nei processi di inclusione dei beneficiari e nell’esperienza di reciprocità che gli attori della rete hanno potuto sperimentare, con un particolare focus sui casi positivi e sui risultati inattesi rinvenibili nei territori.
Il contributo di ricerca empirica, che è stato presentato nell’ambito del panel Valutazione democratica e possibilismo, coordinato da Nicoletta Stame e Laura Fantini dell’Istituto Internazionale Colorni-Hirschman, si è proposto di evidenziare in che modo sia stato possibile costruire una valutazione in chiave possibilista, ovvero considerandola come un viaggio alla scoperta in cui committente e valutatori si siano lasciati sorprendere dall’inatteso, dai risultati positivi imprevisti e in cui, in opposizione alla concezione mainstream, si sia avviata una valutazione indipendentemente da obiettivi, metodologie e strumenti (solitamente) preordinati dal committente. La valutazione del programma FSOA ha dunque rappresentato un caso di studio utile a comprendere in che modo sia stato possibile costruire una relazione proficua e fiduciaria tra committente e valutatori, in cui le parti in gioco si sono affidate alle expertise e competenze l’una dell’altra, dando vita, in modo partecipativo, ad un disegno di valutazione “cucito su misura” del programma stesso.
In linea con le riflessioni sul possibilismo sviluppate nell’ambito del panel, il contributo di ricerca presentato ha avuto l’obiettivo di mostrare come il rapporto di dialogo aperto tra committente e valutatori possa rendere la valutazione più democratica. Nello specifico, ha voluto da un lato sottolineare come il committente abbia collaborato e apertamente dialogato con i valutatori, affidandosi ad essi senza limitare la loro azione in nome di richieste specifiche e standardizzate; dall’altro, si è proposto di evidenziare in che modo i valutatori abbiano acquisito uno sguardo aperto all’inatteso e alla scoperta, liberandosi da gold standard metodologici e da traiettorie valutative predefinite.
Veronica Lo Presti e Veronica Salvi