Rosita è una volontaria di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza. É una di quelle persone che – con assoluta generosità – nel corso della sua vita ha deciso di camminare per un tratto di strada accanto a uno dei minori stranieri non accompagnati seguiti da FSOA. Con lei, una rete di famiglie che a Corato (Puglia) crede e lavora per l’inclusione dei giovani migranti.
Come è iniziato questo percorso?
“Era il 2017 quando, insieme ad altre famiglie, ci siamo avventurati in questa bellissima esperienza e ci è stato affidato Claude, un ragazzo arrivato in Italia dall’Africa. La prima cosa che abbiamo fatto è stata trovargli un alloggio. Un parrocchiano ha messo a disposizione una casa. Ci siamo messi subito all’opera per garantire a Claude un posto dignitoso. Abbiamo pulito, arredato e fornito tutto il necessario: pentole, letto, divano, televisione, anche la lavatrice”.
Ci sono state delle difficoltà in questo percorso di accompagnamento? Quali?
“Essendo Claude un ragazzo profondamente introverso, riuscire a inserirlo nella nostra comunità non è stato facile. Abbiamo lavorato molto sull’inclusione e sull’autonomia. Per esempio, gli abbiamo fatto capire come gestire le spese, il pagamento delle bollette, l’affitto della casa. Con il sostegno di tutti noi ci è riuscito”.
Dal punto di vista affettivo, invece?
“Abbiamo cercato di creare un legame tra noi e lui. Spesso era a pranzo o a cena nelle nostre case. Abbiamo coinvolto anche i nostri figli che hanno partecipato con gioia coinvolgendolo nelle partite a pallone o nelle feste”.
Un bilancio di questa esperienza?
“É stata senz’altro una bella esperienza, perché abbiamo creato una rete che ha consentito a Claude di sentirsi parte di una grande famiglia”.