Psicologa e psicoterapeuta, Annalisa Giordano è referente di AFN per Fare Sistema Oltre l’Accoglienza. Svolge il compito delicato di formare e accompagnare le famiglie coinvolte nel Programma. In questa intervista ci racconta come nasce e si sviluppa la “rete di sicurezza” tra nuclei famigliari e ragazzi. E perché è così importante aderire
Annalisa, che ruolo svolgi all’interno di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza?
Sono referente di Azione per Famiglie Nuove onlus per Fare Sistema Oltre l’Accoglienza. Mi occupo del percorso di formazione e di accompagnamento delle famiglie coinvolte nel Programma con l’obiettivo di offrire ai ragazzi beneficiari l’opportunità di un ambiente famigliare di riferimento, operando in sinergia con le loro comunità di accoglienza. Il mio compito è quello di sensibilizzare e individuare delle famiglie disponibili a offrire il loro supporto a minori stranieri non accompagnati, seguendo poi il loro percorso di inserimento.
Qual è la tua formazione professionale? Come ti sei avvicinata a questo ambito?
Sono psicologa e psicoterapeuta e lavoro da molti anni nel settore Adozioni Internazionali di AFN ONLUS come incaricata di sede e psicologa. Mi è stato proposto di aderire la progetto FSOA e ho accettato senza riserve perché il tema dell’accoglienza è centrale nella mia esperienza professionale, nel mondo delle adozioni come in quello dei minori stranieri non accompagnati.
Torniamo a Fare Sistema: che tipo di impegno è richiesto alle famiglie?
Ognuno mette a disposizione il tempo e le risorse che ha. L’intento del Programma è anche quello di offrire brevi spazi per la costruzione di una “rete di sicurezza” che riesca a contrastare l’emarginazione sociale, che purtroppo sappiamo coinvolgere spesso ragazzi stranieri.
Come si nasce e come si sviluppa questa “rete” tra famiglie e ragazzi?
I primi approcci tra famiglie e ragazzi sono senz’altro i più delicati, perché è necessario superare sospetti e distanze. Però attraverso un accompagnamento graduale, puntuale e costante riusciamo a creare un clima di apertura e di fiducia da entrambe le parti. Le famiglie fin qui coinvolte hanno saputo instaurare con i ragazzi relazioni di grande coinvolgimento e supporto affettivo.
I ragazzi coinvolti come reagiscono?
I ragazzi coinvolti attualmente nel Programma ci raccontano di sentirsi accolti perché sperimentano il calore di un famiglia. Partecipano volentieri a tutte le occasioni di svago e si sentono a casa quando sono invitati a trascorrere un po’ di tempo in compagnia delle famiglie.
E le famiglie?
Molte famiglie man mano che il tempo passava hanno deciso di intensificare i loro impegni con i ragazzi: si sono sentite incoraggiate dal legame che si stava costruendo. Spesso sono state coinvolte nelle scelte di vita dei beneficiari, per esempio nella scelta del percorso di studio o di lavoro o li hanno accompagnati nel disbrigo delle pratiche e nei colloqui di lavoro e di formazione. Sono diventate sempre più aperte e sensibili, grazie anche a questa opportunità di sperimentare in maniera concreta cosa vuol dire accoglienza.
Durante il lockdown cosa è successo?
Le famiglie e i ragazzi sono comunque riusciti a sentirsi, a mantenere un contatto, a far avvertire la presenza gli uni agli altri. Per fortuna la tecnologia ha aiutato molto, attraverso le videochiamate e i messaggi sono riusciti tutti a rimanere in contatto.
C’è qualche storia in particolare che ti ha lasciato il segno più di altre?
Diverse storie mi hanno commossa ma quella di Alassane per me resta la più toccante. Il ragazzo in diverse occasioni ha detto di “aver trovato una famiglia” o di “sentirsi in famiglia” e questo credo sia il miglior risultato che si poteva sperare.
C’è spazio per altre adesioni?
Si certo, chi desidera conoscere questa realtà e dare la propria disponibilità può farlo senza alcun problema. Ognuno può dare un contributo secondo le proprie possibilità di tempo e di impegno.
Chi volesse essere parte a questa “rete” cosa dovrebbe fare?
Sul sito www.faresistemaoltrelaccoglienza.it/come-partecipare/#famiglia nella sezione famiglie è possibile accedere a tutte le informazioni e inviare la propria adesione. Per le famiglie della Campania inoltre, è possibile contattare la sede di AFN di Napoli al numero 393.8795506 per ricevere informazioni e aggiornamenti ed essere inserite nel gruppo delle famiglie della rete.
Per te invece cosa significa questa esperienza professionale?
Questi anni di lavoro con il programma FSOA sono stati per me particolarmente belli e interessanti. Svolgo un lavoro costante con le famiglie. Le sento periodicamente. Loro si confrontano con me là dove ci siano dei dubbi, delle incertezze, o semplicemente per offrire uno spazio di ascolto ai ragazzi stessi coinvolti in prima linea. Ho costruito relazioni significative con i ragazzi e con le famiglie e ho conosciuto direttamente la realtà dell’accoglienza.