È un nome significativo quello scelto per la nuova struttura di accoglienza inaugurata a Rogliano, provincia di Cosenza. La casa di Ismaele, il figlio di Abramo e della schiava Agar, ripudiato nel deserto e progenitore delle tribù arabe, una storia che riporta alla mente le tante storie di chi oggi, da quello stesso deserto, è costretto a scappare.
Nata dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Fo.Co. Onlus, AFNonlus, Amu Onlus e la cooperativa locale Mi.Fa., fa parte del programma Fare sistema oltre l’accoglienza e si occupa di ospitare Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), una delle fasce più vulnerabili proprio tra coloro che, dopo un viaggio lungo e difficile, sbarcano sulle nostre coste.
La struttura è stata aperta il 30 giugno scorso per rispondere all’emergenza degli sbarchi che ha colpito il territorio calabrese negli ultimi mesi e recentemente è stata presentata la domanda per accedere al sistema degli SPRAR (il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Attualmente ospita 12 ragazzi di diverse nazionalità, che vengono seguiti da un’equipe specializzata: educatori, mediatori linguistici, una psicologa, un’assistente sociale, medici di base e personale volontario. Tutti mossi da un unico obiettivo: offrire ai ragazzi un ambiente accogliente e familiare, che faccia loro da supporto durante il percorso di integrazione socio-lavorativa di ognuno.
Un aspetto importante del Programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza e del percorso per l’inclusione socio-lavorativa di Minori Stranieri Non Accompagnati, giovani e adulti, immigrati ed italiani, in condizioni di vulnerabilità, che propone.
La presentazione della Casa di Ismaele è stata l’occasione anche per presentare la parte del progetto finanziato da Fondazione Con il Sud, in un territorio che si sta dimostrando ricettivo, come quello di Rogliano. Si tratta infatti di una cittadina in provincia di Cosenza, che ospita poche migliaia di abitanti e nel quale gli ospiti della casa famiglia si sono sentiti subito accolti e accettati dalla popolazione locale.
Ora, i ragazzi ospitati nella struttura, stanno iniziando a familiarizzare con il posto, tra tornei di calcetto o pallavolo e dopo l’inizio dei corsi scolastici hanno già conosciuto diverse famiglie della zona. Quello che si cerca di fare concretamente è impostare una quotidianità il più possibile familiare, impegnando i ragazzi in attività affini alle loro esigenze ed attitudini. Perché questa casa diventi per loro nuovo inizio.