Tra due settimane Diaby prenderà tutte le mattine la prima corsa della metropolitana a Roma per raggiungere il punto vendita di Leroy Merlin dove svolgerà un tirocinio come magazziniere, grazie ai fondi dell’Unione Buddhista Italiana. È giovanissimo, ha soli 19 anni, ma è molto determinato. Attorno a lui, la Rete di Fare Sistema: la referente per il Lazio, l’azienda francese e la casa di accoglienza francescana Ripa dei Settesoli di Trastevere
Il 13 dicembre Diaby inizierà un tirocinio come magazziniere presso un punto vendita Leroy Merlin a Roma. È stato Fare Sistema Oltre l’Accoglienza a proporgli questa occasione che il ragazzo ha colto al volo. “In questo momento questo tirocinio è una cosa buona”, risponde Diaby se gli si chiede cosa ne pensi. Perché in questo momento? “Perché devo cercare un lavoro, trovare un posto per il mio futuro, voglio andare a vivere da solo, voglio essere autonomo”.
Giusi, referente FSOA per il Lazio che lo segue in questo suo percorso, lo descrive come un ragazzo molto serio e determinato, capace di attivarsi anche in maniera indipendente per trovare alloggi, lavori e strade da seguire. Non a caso, quando Diaby racconta la sua storia, questo aspetto del suo carattere emerge chiaramente: “Sono nato in Mali, ho 19 anni. Sono uscito dal mio Paese nel 2015 per motivi di lavoro e sono andato in Algeria. Qui ho lavorato come manovale, poi in una macelleria e poi ancora nel commercio. Stavo imparando a fare il saldatore quando un mio amico mi ha detto che voleva passare per la Libia e andare in Francia. Io gli ho detto vengo con te, andiamo insieme, ma lui non ci credeva. Era il 2017, ero piccolo. Il giorno della partenza, un venerdì, ho preso le mie cose e sono andato con lui. In Libia ci siamo separati e non l’ho più rivisto”. Diaby non aveva sogni e progetti specifici in tasca, solo l’urgenza di guadagnare soldi per inviarli alla famiglia: “Sento mia madre al telefono e mi chiede quando torni? Sono quasi 10 anni che non la vedo, è sempre preoccupata. Quando l’ho chiamata dalla Libia non ha mangiato per una settimana e tutto il tempo piangeva”.
Dalla Libia Diaby si è imbarcato per l’Italia, “il viaggio è durato tre giorni e in mare faceva molto freddo”. Il 14 gennaio 2017 è arrivato in Sicilia. Da lì è stato accolto in un centro per migranti a Monticchio (una frazione di Sermoneta, provincia di Latina), poi a Cisterna di Latina e infine è stato trasferito, nel 2020, a Marino. In questi anni, il giovane ha studiato italiano, ha seguito i corsi per conseguire il diploma di terza media e ha lavorato, il suo ultimo impiego è stato in una fabbrica di bombole di gas a Latina e poi a settembre, quando il contratto in fabbrica non gli è stato rinnovato, è andato a raccogliere l’uva per la vendemmia.
Gloria è il tutore legale che ha seguito Diaby per un anno, a partire dal marzo 2019: “Per me è stata un’esperienza importante. La psicologia di questi giovani è difficile, bisogna entrare nei loro mondi in punta di piedi. Diaby è sicuramente un bravo ragazzo, ha un carattere molto spigoloso, schivo, introverso, ma del resto è ancora piccolo e ha bisogno di affetto, ha bisogna di una famiglia che se ne prenda cura”. Durante i mesi del primo e più severo lockdown, Gloria si collegava da remoto con Diaby anche per sostenerlo nello studio per l’esame di teoria della patente, “quando ha superato la prova era contentissimo”.
Da circa un mese, Diaby è ospitato nella casa di accoglienza francescana Ripa dei Settesoli, che si trova a Trastevere e collabora attivamente con la Rete di Fare Sistema: “Mi trovo bene, ci sono altri ragazzi che conosco. Ci sono delle regole da rispettare: le pulizie, la cucina, e poi gli incontri del lunedì con i frati e con gli altri, servono a condividere, siamo di religioni diverse e ognuno racconta la sua”. L’obiettivo principale di Diaby rimane quello di un lavoro: “Vorrei iscrivermi anche a un corso per operatore socio sanitario, perché mi piacerebbe aiutare le persone in difficoltà”. Ma il tuo sogno qual è? “Un tempo era quello di fare il calciatore, ma è passato, perché ho capito che non era possibile. Adesso è cambiato”. È un sogno più facile da raggiungere: prendere la patente D e diventare autista, anche se “a Roma ci sono tanti problemi per guidare, ma non penso che vivrò a Roma per sempre”. Secondo Gloria Diaby avrebbe buone possibilità di riuscire in un mestiere a contatto con i bambini: “È molto bravo nel farli giocare, ho visto mettere in pratica questa sua capacità a Monticchio, nella piazza del paese”.
Intanto dal 13 dicembre Diaby attraverserà la città per andare a svolgere il tirocinio presso Leroy Merlin, dal lunedì al venerdì, ora di inizio le sette del mattino: “E’ un po’ lontano, devo andare fino a Rebibbia con la metro, da Rebibbia prendere un autobus fino a Case Rosse, poi un quarto d’ora a piedi. Prenderò la prima corsa della metropolitana del mattino”.