Fare Sistema Oltre l’Accoglienza ha scelto quattro nuovi referenti regionali che sono già al lavoro nei rispettivi territori: Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. La selezione è stata possibile grazie a un finanziamento ottenuto dall’Unione Buddhista Italiana, con i fondi dell’8×1000. Ciascuno di loro ha un patrimonio di esperienza e professionalità costruito da anni di studio e lavoro nel terzo settore. Tutti affrontano con entusiasmo questo nuovo impegno. Si occuperanno, in particolare, di coordinare le attività di FSOA nelle quattro regioni di riferimento
I referenti regionali per il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia sono tra i nuovi “protagonisti” entrati a far parte da poco della famiglia di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza grazie anche ai finanziamenti dell’Unione Buddhista Italiana. Hanno il compito di coordinare le attività nelle loro regioni; dovranno selezionare ciascuno 13 nuovi beneficiari da inserire nelle attività di FSOA, per un totale di 65 MSNA o neomaggiorenni in uscita dai centri di accoglienza che inizieranno così un percorso di autonomia e inclusione socio-lavorativa. Sono già al lavoro. Hanno iniziato a mappare le associazioni locali e le realtà che si occupano di accoglienza così da contattarle e presentare loro il Programma. Stanno dunque avviando nuove reti o ampliando quelle già esistenti. In più dovranno lavorare sulla ricerca di volontari e famiglie, che facciano anche in questo caso rete a supporto dei percorsi di inclusione, specialmente a Roma, Benevento, Castel Volturno, Mondragone, Bari, Catania, Siracusa, Ragusa, Reggio Emilia e Parma. Seguiremo pian piano il loro lavoro nelle prossime settimane e assieme a loro racconteremo le storie di nuovi beneficiari del Programma. Intanto li presentiamo con un breve profilo.
Giusi Nazzarro – referente FSOA per il Lazio – arriva dal mondo del teatro sociale, che si muove in contesti di disagio e disabilità. Ha lavorato con i migranti nel 2015 quando la città di Roma si è trovata ad affrontare l’emergenza immigrazione. Dal 2016 si occupa soprattutto di formazione legata alle aziende. Il suo obiettivo ora è quello di mettere in campo tutte queste professionalità per svolgere al meglio il ruolo di referente regionale. Roma non è certo un terreno facile, “è una città dispersiva, in cui le persone fanno spesso fatica a uscire dal proprio orto” commenta Giusi “ma mi auguro di riuscire a trovare chi abbia voglia ed energia di fare qualcosa che vada oltre”.
In Campania, a far da referente per FSOA c’è ora Marco Milano. Laureato in giurisprudenza, ha 43 anni e viene da Benevento dove a lungo è stato coordinatore di SPRAR attivati in piccoli comuni spopolati dall’emigrazione, permettendo a queste comunità di rinascere e di riattivare servizi che erano stati fin a quel momento cancellati. “Ho sempre lavorato nel sociale” racconta “ora riparto con questa nuova esperienza”.
In Puglia c’è Federica Dell’Olio: ha una laurea in relazioni internazionali, si è occupata di progettazione a livello internazionale e ha anche esperienze in cooperative, che si occupavano sia di minori stranieri non accompagnati, sia di persone vittime di tratta: “Di base c’è una precisa scelta di vita, che comincia proprio dai miei studi”. Ha viaggiato a lungo per lavoro, ma conosce bene la sua regione: “La Puglia è già stata terra di immigrazione negli anni Novanta con le navi che venivano dall’Albania e ha dato prova di saper accogliere”. Certo, ora i tempi sono cambiati “però, confido sull’educare all’accoglienza e sul buon esempio. L’educazione la si fa dando degli esempi virtuosi”. E aggiunge: “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza colma un gap che manca nel terzo settore: guardare avanti, accompagnare i migranti all’inserimento nella società”.
Anche Valeria Marletta – referente per la Sicilia – ha un curriculum di tutto rispetto. Ha iniziato a operare nel sociale nel 2008: “Una volta messo piede in questo settore non ne sono più voluta uscire”. Ha lavorato per Emergency come mediatrice culturale nei porti di Catania, Augusta e Pozzallo e poi nei team di assistenza sanitaria nei centri di accoglienza a Siracusa. E, ancora, nella Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, un’agenzia delle Nazioni Unite. Ora è approdata a Fare Sistema Oltre l’Accoglienza con la convinzione che “i ragazzi stranieri devono seguire percorsi di inclusione sociale, non rimanere ghettizzati nei grandi centri di accoglienza dove vivono ricreando comunità che ricalcano quelle del loro paese di provenienza, continuando a parlare solo la propria lingua e senza essere accompagnati a inserirsi in un nuovo tessuto sociale. Per questo è molto importante fare rete, altrimenti l’accoglienza diventa vana. Ciascuno di questi ragazzi ha delle abilità devono essere scoperte e valorizzate”.