È sbarcato a Lampedusa nel 2018 e da allora ha raggiunto uno dopo l’altro tutti gli obiettivi fissati per arrivare ad acquisire una piena autonomia durante il suo soggiorno a Casa di Ismaele, a Rogliano. È stato beneficiario del programma FSOA, con il quale ha svolto un tirocinio in un supermercato. Poi ha trovato lavoro in un’altra città. In questi giorni è in Calabria per superare un altro esame: la patente
Oggi Fares vive a Milano, era a Casa di Ismaele fino al gennaio 2019. Il suo è un percorso emblematico: ha conquistato l’autonomia con impegno e caparbietà. Lo conferma Mariella Rende, direttore del progetto Casa di Ismaele, lo SPRAR/SIPROIMI di Rogliano per minori stranieri non accompagnati.
Mariella, che si occupa di gestire l’equipe educativa della Casa ed entrare in relazione con i ragazzi per accompagnarli nel raggiungimento degli obiettivi, dice di lui che è sempre stato molto collaborativo, si è integrato fin da subito ed è andato avanti con determinazione. Fares ha avuto anche la possibilità di svolgere un tirocinio di due mesi presso Altomare Commerciale, supermercati Famila, a Santo Stefano di Rogliano (vicino Cosenza) grazie a Fondazione Con il Sud.
Ce l’ha fatta, sfidando la sorte, perché – come la frase che compare sul suo profilo di whatsapp – “Essere nati dalla parte giusta del mondo non è un merito, ma solo un caso. Ricordiamocelo”.
Fares da dove vieni? Quando sei arrivato in Italia?
Vengo dall’Egitto, sono arrivato in Italia nel 2018.
Dove sei sbarcato?
A Lampedusa. Lì sono rimasto una settimana poi sono stato più di un mese sempre in Sicilia. E dopo in Calabria.
È vero che in Sicilia hai avuto una bella sorpresa?
Sì. Ho incontrato mio fratello più piccolo che era partito prima di me, da solo. Non lo sapevo che era lì. Ci siamo visti e ci siamo abbracciati.
Ora dov’è tuo fratello?
Lui adesso vive a Casa di Ismaele, a Rogliano. È minorenne e non può ancora spostarsi. Fino a gennaio anch’io stavo con lui. È stato bello viverci. Ero molto seguito e aiutato: sono andato a scuola per imparare la lingua italiana, mi hanno dato una mano con i documenti che non avevo. Ho lavorato anche in un supermercato: dovevo portare i prodotti dal magazzino agli scaffali.
Però poi sei andato via…
Mi sono trasferito a Milano. Volevo un altro lavoro e guadagnare di più. Adesso faccio il parchettista.
Ti piace vivere a Milano?
Tantissimo. È una città piena di gente. Quando finisco di lavorare, nel pomeriggio, vado a spasso con gli amici. Però ora devo fare tutto da solo, cucinare, lavare i vestiti. In Egitto queste cose le faceva mia madre, e a Casa di Ismaele eravamo seguiti. Qui no, ma io sono in grado di farcela.
A proposito dell’Egitto, chi hai lasciato nella tua terra?
Tanti fratelli e mia madre. Ma la sento al telefono e la vedo con le video chiamate. Adesso mi sono abituato, ma prima piangevo quando pensavo a lei. Il prossimo anno vorrei andare a trovarla.
Fares che progetti hai per il futuro?
Il primo è la patente. Ho gli esami di pratica lunedì prossimo in Calabria, dove sono tornato per qualche giorno. Sono un po’ emozionato: in Calabria è pieno di salite e discese, e guidare non è facile.
E poi?
Poi mi piacerebbe essere il capo del mio lavoro, avere una ditta mia e rimanere a Milano.