Benvenuti nella cucina di Kolly

Ha lasciato il Mali, è venuto in Italia perché “qui non c’è una guerra” e ha cominciato a studiare pur essendo analfabeta. E ora Kolly, in attesa di frequentare a [...]
Ha lasciato il Mali, è venuto in Italia perché “qui non c’è una guerra” e ha cominciato a studiare pur essendo analfabeta. E ora Kolly, in attesa di frequentare a settembre il terzo anno dell’Istituto alberghiero di Cosenza, sta per iniziare un tirocinio come aiuto cuoco

Kolly elenca gli ingredienti del suo piatto forte: “Riso, cipolla, carne e salsa di pomodoro”. E mentre parla, la sua voce, fino a quel momento intimidita, diventa più sicura. “È lo chef di Casa di Ismaele – dice Francesco, un educatore calabrese – tutto quello che cucina è buonissimo”. A Rogliano (Calabria), grazie al programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza, Kolly ha incontrato la passione per il cibo, che sta per diventare anche un mestiere.

Diciott’anni appena compiuti, Kolly è arrivato dal Mali due anni fa. Aiutava la mamma in casa e nel piccolo villaggio dove vivevano da soli. Ha lasciato la sua terra per andare prima in Algeria e da qui in Libia, dove aveva trovato lavoro in un negozio di tappeti. Poi, con alcuni amici si è imbarcato verso l’Italia: “Appena arrivato ho pensato che ero felice. Perché questa è una zona tranquilla, non c’è la guerra”.

“Era molto timido, quando è entrato a Casa di Ismaele – racconta Emilia, assistente sociale – il primo modo per approcciarlo è stato il sorriso”. E ancora: “Ha un cuore grande e un modo di fare disarmante”. Così a poco a poco Kolly ha iniziato il suo percorso di inclusione: si è iscritto all’Istituto alberghiero di Cosenza, e lui che non aveva mai frequentato una scuola, che non sapeva né leggere né scrivere, che non aveva mai tenuto una penna in mano, ha superato i primi due anni e ora è stato promosso al terzo. Del resto, come testimonia Francesco “ha un senso del dovere per lo studio molto accentuato. Di ritorno da scuola faceva subito i compiti e cercava di cavarsela, chiedendo aiuto solo se necessario”.

Nella sua classe Kolly è l’unico straniero. Una sua compagna racconta che all’inizio hanno tutti cercato di aiutarlo e questo ha avuto un effetto positivo perché la classe è diventata subito una “squadra” e l’arricchimento è stato reciproco, soprattutto nei laboratori di cucina dove Kolly ha fatto conoscere cultura e tradizioni diverse. “Cucinare è la materia che mi piace di più”, dice Kolly, e infatti a Casa di Ismaele spesso si mette ai fornelli e prepara il pranzo per dodici persone. Impara presto a elaborare nuovi piatti, la settimana scorsa ha preparato gli gnocchi e, dicono, erano buonissimi.

Tra qualche giorno per Kolly inizierà un nuovo impegno: un tirocinio come aiuto cuoco a Capo Vaticano, una stupenda località di mare in Calabria. Come affronta questo passo importante? “Non vuole deludere – confida Emilia – parte con la consapevolezza di voler fare bene. È un ragazzo responsabile che sa dare il meglio di sé quando si sente accolto. Eccelle in qualsiasi cosa faccia, non lo spaventano gli impegni. Non gli si può chiedere di più di questo, in fondo è ancora giovanissimo”.

La scuola, le passeggiate al mare o in centro a Cosenza, le partitelle a pallone con gli amici, la cucina e ora il tirocinio: un passo dopo l’altro Kolly si sta costruendo una nuova vita e un’idea di futuro. Emilia, che ha imparato a conoscerlo bene, azzarda: “Chissà che non si riesca, un giorno, ad aprire un locale di specialità afro-calabresi”. È il sogno di Kolly, quello di diventare chef.

Kolly nella cucina di Casa di Ismaele
Kolly, arrivato dal Mali tre anni fa, sogna di diventare chef

 

Kolly allle prese con gli gnocchi
Kolly mentre cucina gli gnocchi a Casa di Ismaele

 

La quarantena a Casa di Ismaele
Durante la quarantena il sorriso di Kolly non mancava mai

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