Francesco e Idrissa sono due ragazzi giovani, con storie molto diverse tra loro. Le loro strade si incrociano quando Francesco decide di aderire al programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza offrendo la disponibilità per un tirocinio (finanziato dall’Unione Buddhista Italiana) presso la propria impresa, la ditta di pulizie “Afrodite l’amore per il pulito”. Così Idrissa, un ragazzo africano dal carattere chiuso, ha iniziato a lavorare con lui e pian piano varcando i portoni di molti condomini romani e lavorando insieme ogni giorno, è tornato a sorridere. Il tirocinio di Idrissa per ora è terminato, ma Francesco ha lasciato una porta aperta
Francesco di cosa ti occupi?
Ho una ditta individuale che si chiama “Afrodite l’amore per il pulito”. È un’impresa di pulizie e di cura dei giardini condominiali. Siamo a Roma, in zona Bufalotta.
Tu sei molto giovane, quando hai iniziato a lavorare?
Sì, ho 27 anni. Finito il liceo classico mi sono iscritto all’Università. Ma avevo esaurito la voglia di studiare. Mio padre però mi ha sempre detto “o si studia o si lavora” quindi ho cercato qualcosa da fare. Una sera a cena parlavo con un mio amico dipendente di una ditta di pulizie e ci è venuta l’idea di mettere su un’impresa tutta nostra. L’abbiamo fatto. Ed eccomi qua dopo sei anni: il mio amico ha lasciato perdere e io porto avanti “Afrodite”. All’inizio era una ditta di pulizie e basta. Dopo un paio di anni un amministratore di condominio mi ha proposto di curare anche il giardino visto che il vecchio giardiniere era andato in pensione: da quel momento ho cominciato a occuparmi anche del verde. Ho capito che mi piaceva e che poteva essere utile ampliare l’attività della mia impresa. Ora le cose vanno bene, non mi lamento. Ho in mente anche altri progetti.
E come sei entrato in contatto con Fare Sistema Oltre l’Accoglienza?
Ne ho sentito parlare per la prima volta un paio di anni fa. Avevo accompagnato una mia zia a un incontro a Loppiano (la cittadella internazionale dei Movimento dei Focolari), lì ho conosciuto una persona che lavora per FSOA che mi ha descritto le finalità del Programma. L’idea di assumere un giovane tirocinante straniero mi è piaciuta. Due sono i motivi che mi hanno spinto ad aderire a Fare Sistema: credo che i migranti siano semplicemente meno fortunati di noi, e che meritino una possibilità d’inserimento, di inclusione. È bello poter insegnar loro un mestiere, aiutarli nelle piccole cose. C’è da aggiungere, poi – non lo nego – che la formula proposta è adatta a una piccola impresa come la mia.
Quindi è arrivato Idrissa.
Già: a settembre 2019 è arrivato Idrissa. Un ragazzo timido, poco espansivo, serio. Non è stato subito facile: una volta una condomina mi ha chiesto “è possibile che sia sempre nervoso?”. Eppure, poco a poco, prendendo confidenza, qualche sorriso lo ha sfoggiato. Ho provato a fargli capire che serve anche questo sul lavoro, che se c’è qualche cosa che non va bene bisogna correggerla. Da allora si è impegnato a essere un po’ più aperto: l’ho visto aiutare un vecchietto che saliva le scale con le buste della spesa. Capisco che non deve essere semplice per lui, parla poco l’italiano, è diffidente, bisogna scalfire la sua scorza. Però ha tanta voglia di lavorare. Non mi ha mai raccontato del suo passato. I primi tempi gli ho fatto qualche domanda, ma ho capito che non aveva voglia di parlarne e ho lasciato perdere. Ora il tirocinio è finito, ma a settembre aprirò un’altra società per ampliare il lavoro e ho intenzione di assumerlo.
Con Fare Sistema come ti sei trovato?
Ho conosciuto persone molto disponibili. Mi hanno “accompagnato” nel capire e sbrigare tutti i risvolti burocratici che il tirocinio comporta. Sono sempre stati precisi.